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I bloggers e la teoria della complessità è un titolo che m’è venuto in mente questa mattina. Posso affermare che questo articolo è estemporaneo, che in realtà ne avevo programmato un altro. Sono dell’idea, tuttavia, che quando viene l’ispirazione bisogna coglierla subito, perché poi passa e non sai più cosa volevi esattamente scrivere. Tutto merito di Paroleombra e delle sue riflessioni sulla creatività. Sono stata citata da lei per aver parlato, con originalità, della mia città natale e di segnalibri, i fedeli compagni di noi lettori incalliti.

libri letti

Tutto questo mi ha di nuovo fatto pensare alla complessità del web, certo, ma anche alla complessità delle connessioni in generale. I bloggers, mettendo ogni giorno assieme tematiche differenti, non conciliabili o il cui accostamento è desueto, creano sempre qualcosa di complesso. La teoria della complessità, che ho avuto modo di studiare per la mia tesi di laurea magistrale in Filosofia, almeno come viene spiegata da Edgar Morin, fa continuamente riferimento alla creazione di qualcosa di nuovo, totalmente inedito, grazie alla connessione di elementi preesistenti – anche in aperta opposizione.

complessità

Non si tratta di dicotomie, ossia di fattori che, contrastandosi, vanno a creare dei poli in opposizione; si tratta, piuttosto, del prodotto di una fusione. In gergo tecnico, questo fenomeno è soggetto alla ricorsività: la creatività va ad alimentarsi sempre più grazie alle connessioni, le quali a loro volta s’accrescono, creando ancora qualcosa di nuovo. In altre parole, le parole di Paroleombra – chiedo scusa per il gioco linguistico – hanno messo in risalto questo aspetto delle relazioni sul web, che sono reali ed inedite connessioni creative. Sono le parole che leggiamo, gli stimoli che ci offrono, che ci permettono, giorno per giorno, di trovare nuove idee.

segnalibri napoli

Così, semplicemente scrivendo di segnalibri, che adoro e colleziono, Rita di Paroleombra mi ha offerto l’occasione di scrivere di una passione e di un luogo, simultaneamente. Ho parlato di Napoli attraverso i miei segnalibri: non avrei mai pensato di parlarne in questi termini, se Rita non avesse intrapreso questa iniziativa, che è nata come desiderio di condividere il piacere di collezionare segnalibri, non mi sarebbe venuto in mente. Mi sono chiesta: in che modo parlare dei miei? Ne sono tanti, come posso parlarne senza diventare noiosa? Così ho “sfruttato” la loro caratteristica: sono, per la maggior parte, segnalibri che ho acquistato in vari luoghi d’Italia e dell’Europa. Da travel blogger – anche – potevo farmi sfuggire l’occasione di raccontare un luogo attraverso i miei segnalibri/souvenir?

complessità opposizioni

Forse starai pensando che non ci sia nulla che possa opporre la passione per la lettura e quella per viaggi. Leggo in treno, sia quando mi sposto in città sia se mi sposto verso un’altra città, tuttavia per me la lettura resta un’attività intima, che male si coniuga alla confusione, al cambio di linee metropolitane. Per me il momento ideale per leggere è un momento di riposo e il luogo ideale è il divano. Il modo in cui concepisco la lettura mi porta a pensarla come un’attività casalinga, mentre il viaggio avviene fuori dalle mura di casa – casa in senso stretto, intesa proprio come abitazione. Unire assieme la lettura e il viaggiare è un po’ come associare elementi antitetici: una mi porta a stare dentro, l’altra mi porta a stare fuori. Ma in realtà, è tutto molto più complesso di così!

A presto!