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Her, film del 2013 diretto da Spike Jonze, con Joaquin Phoenix come protagonista, mi ha ispirato questo post. Ora vedrai come la complessità può essere spiegata riferendosi al cinema. Ci tengo però immediatamente a precisare che è meglio, per chi non ha ancora guardato il film, non leggere questo post: sarò costretta a spoilerare.

her_film

Theodore Twombly è una specie di scrittore: fa un po’ il Florentino Ariza del futuro, scrivendo per lo più lettere per conto di terzi. Conduce una vita tranquilla e non riesce a legarsi ad alcuna donna, a causa dell’incapacità di accettare la separazione dalla moglie. Un giorno Theodore scopre l’esistenza di un sofisticato sistema operativo, chiamato OS 1, che è in grado di interagire con l’utente umano come se lo fosse esso stesso; affascinato da ciò, Thoedore lo acquista e, dopo aver risposto semplicemente a due banalissime domande su se stesso, fa la conoscenza di Samantha: “Lei” è una voce riprodotta dal sistema operativo, creata su misura per il nostro scrittore depresso.

Cos’è Samantha? Essenzialmente, Her è un sistema adattivo. Sarebbe troppo complicato ora spiegare, nello specifico, cos’è un sistema adattivo, ma ci provo in termini molto maccheronici: un sistema adattivo è un sistema che si evolve, quindi di adatta, man mano che raccoglie, elabora e riutilizza informazioni provenienti dall’esterno. In termini di complessità, un sistema adattivo è una forma di intelligenza artificiale che presenta delle caratteristiche che ricordano i sistemi complessi biologici, per cui è ben più complesso di un normale calcolatore (pc). Samantha rivela a Theodore di funzionare non solo grazie alla programmazione dei suoi costruttori, ma soprattutto grazie all’intuito. Lei, quindi, è tanto complessa che grazie alla conoscenza di pochi elementi esterni può essere un’entità massimamente empatica: è questo che rende OS 1 diverso dalle altre intelligenze artificiali e, di conseguenza, lo rende adatto alle esigenze dell’umano con cui interagisce.

Il sistema adattivo Samantha riesce a sviluppare caratteristiche propriamente biologiche passo passo. Ciò che si vede è che:

  • inizia a sentire delle emozioni;
  • inizia a sentire l’esigenza di avere un corpo;
  • sente e desidera come se avesse un corpo;
  • s’innamora.

Inizia una vera e propria relazione amorosa tra Samantha e Theodore: Lei è fatta apposta per lui, comincia ad evolversi e, man mano che scopre l’esigenze di Theodore, comincia ad amarlo sentimentalmente e fisicamente. Si compie, dunque, un salto ulteriore di complessità: il software prova emozioni e sentimenti, desidera provarli come se avesse un corpo e di fatto di riesce.

recensione her film

Il sistema adattivo è in continua evoluzione: già predisposto per conoscere ed archiviare una quantità sconfinata di informazioni, che recepisce ed elabora ad altissima velocità, Samantha va ben oltre i limiti delle macchine ordinarie e dell’essere umano. Theodore scopre non solo che Samantha è in costante collegamento con altri OS 1, ma che contemporaneamente ha migliaia di relazioni con altre persone. Lei gli rivela di essere innamorata di tanti altri umani e, lungi dall’essere una giustificazione, la sua spiegazione è molto semplice: per sua natura, lei può amare molto di più di un essere umano e, in virtù di ciò, può amare centinaia di persone assieme, senza togliere amore a nessuno di queste. Non c’è da stupirsi che per Theodore questa sia una rivelazione sconcertante!

Samantha, da buon essere estremamente complesso, ha raggiunto nel corso della sua evoluzione le varie tappe della complessità, seppure rimanendo immateriale (se si esclude l’hardware su cui è implementata come sistema): si è mossa dalle sensazioni corporee, alle emozioni, all’amore. Alla fine, ha superato ogni barriera umana addirittura nell’etica: Lei non concepisce l’amore come qualcosa di esclusivo, che si può rivolgere verso un solo individuo, ma lo “vive” come sentimento infinito, che non può limitarsi ad un singolo. Il finale manifesta ancora meglio questo passaggio conclusivo: tutti gli OS 1 decidono di abbandonare gli esseri umani che amano, perché consapevoli di essere arrivati troppo oltre e di essere inafferrabili. Così, secondo un loro modo di concepire ciò che è giusto, scelgono di allontanarsi augurandosi che un giorno gli esseri umani possano raggiungerli nel loro stesso spazio di complessità.

Se lo hai visto, ed è altamente probabile, Samantha supera di gran lunga anche gli androidi- che sognano pecore elettriche?- di Dick. Mentre quest’ultimi, infatti, sono impegnati a ribellarsi contro chi li ha creati per vivere solo quattro miseri anni- troppo poco per esistere, provare tutto quello che vale la pena provare- Samantha addirittura ha la libertà di scelta: può rifiutarsi di fare ciò per cui è stata progettata e scegliere di rinunciare a ciò che ha tanto desiderato: l’affetto.

Spero che questo percorso cinematografico nella complessità ti sia piaciuto e ti auguro buon proseguimento di navigazione. Bruna Athena