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La scopa del sistema WallaceOggi ti parlo di La scopa del sistema, mio primo libro di David Foster Wallace. Che dire, io non lo conoscevo l’autore americao: vedevo tanti suoi libri esposti sugli scaffali, in edizione Einaudi, in libreria ma non m’ero mai azzardata a comprarne uno. Poi ho iniziato a guardare i video su Youtube e a sentirne parlare.

David Foster Wallace, morto suicida, era laureato in filosofia; in effetti un po’ di filosofia c’entra anche nel romanzo La scopa del sistema: è stato quel nome, Wittgenstein, a colpirmi sulla quarta di copertina.

Non mi va di scrivere nulla della trama, mi limito a fare qualche osservazione su questo romanzo che non mi è bastato a farmi un’idea precisa dell’autore. Prima di tutto, ho trovato lo stile di narrazione fruibile, al contrario di quello che credevo, con qualche pregiudizio: mi preparavo a leggere un “mattone” e non è stato così; i personaggi parlano in un modo che me li ha resi quasi tutti indistintamente simpatici: altro elemento che ha reso agevole e piacevole la lettura; si capisce, infine, che l’autore non ci stava tanto con la testa. Esatto, David Foster Wallace doveva essere ossessionato da quelle cose che dovevano ossessionare Philiph Dick e ossessionano- in un modo molto diverso- Chuck Palahniuk.

Al di là delle situazioni bizzarre e di strampalati sotterfugi, è più che chiaro che ne La scopa del sistema il punto fondamentale è l’essere umano, il suo disagio, il suo senso di disadattamento e le sue fobie. A me la storia è sembrato incompiuta, considerata dal solo punto di vista della trama: il finale appare inconcludente. Eppure si ha il tempo di farsi un’idea di questi personaggi che sono tanto tormentati e mi hanno ricordato, appunto, quelli di Palahniuk e di Dick, portandomi alla conclusione che ciò che conta, oltre alle vicende, è essere spinti a fare una riflessione sull’Uomo.

Non mi è bastato, tuttavia, per farmi un’idea completa di questo autore, sicuramente piuttosto complesso. Ne leggero altro, naturalmente. Alla prossima lettura,

Bruna “Athena”