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Irlanda QuadrifoglioOggi voglio parlare di Hunger e di Philomena, di come il cinema racconta fatti realmente accaduti in Irlanda, in tempo recenti. La scelta non è casuale: questa settimana, il 17 marzo per l’esattezza, è stato il giorno in cui in Irlanda e in molte città degli Stati Uniti s’è festeggiato San Patrizio.

Per restare in tema, dunque, m’è venuta voglia di fare riferimento a due film che hanno raccontato episodi molto diversi tra loro ma con un elemento comune: hanno messo in luce la capacità dell’Irlanda di essere sconcertante. Sì, spoilero anche questa volta – ma d’altro canto, non è difficile quando i fatti narrati sono accaduti sul serio.

Philomena è la storia uno scandalo disgustoso. Philomena Lee (Judi Dench) è stata una ragazza madre. Rimasta incinta a quindici anni, viene cacciata di casa ed è costretta a trovare alloggio presso un convento, in cui partorisce. Senza avere un posto dove stare, Philomena, come tutte le ragazze rifiutate dalla società bigotta dell’Irlanda degli anni ’50, è costretta a lavorare per le suore per assicurarsi un posto in cui dormire e per mantenere il figlio. Desiderio di Philomena e di tutte le altre madri è quello di riuscire a risparmiare per poter poi, un giorno, liberarsi finalmente dalle suore e vivere con i propri figli. Peccato che le suore diano in adozione questi bambini, costringendole ad accettare…

Philomena film

Philomena m’è piaciuto tanto, tuttavia ha generato in me un’indignazione feroce, di quelle da diventare anticlericali a prescindere. Le suore del convento avevano messo su un vero e proprio business: non affidavano i bambini, piuttosto li vendevano a caro prezzo a famiglie ricche. Hanno poi tentato di distruggere tutte le prove. Insomma, un bel film ma di quelli che ti lasciano a bocca aperta.

Passiamo ad Hunger, uno dei film più sconvolgenti di Steve McQueen. Se Philomena narra di un vero e proprio scandalo, Hunger racconta episodi a sfondo politico di grande violenza: le lotte per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna, che hanno visto combattere in prima linea l’IRA. Questo accadeva tra gli anni ’70 e gli anni ’80, quando Margaret Thatcher era Prime Minister.

Hunger film

Hunger porta sul grande schermo, in tutti i dettagli, le varie fasi della protesta dei carcerati e in particolare la drammatica vicenda di Bobby Sands (Michale Fassabender). Rifiutandosi di esser considerati terroristi, i membri dell’IRA entrati nella prigione Long Kesh si considerano prigionieri politici e avviano la protesta della coperta e la protesta dello sporco: nudi, con solo una coperta, i prigionieri si rifiutano di lavarsi e restano nelle loro celle a marcire nei proprio escrementi. Il picco della protesta si ha con lo sciopero della fame avviato da Bobby Sand, il quale perde la vita dopo oltre 60 giorni di digiuno.

Non so se Hunger è un film da consigliare oppure meno. In linea di massima, un film che racconta fatti storici è consigliabile sempre, ma Steve McQueen è particolare: non risparmia alcun dettaglio. La visione di Hunger può essere, per chi è sensibile, una dura prova: non c’è episodio violento e brutale che non sia rappresentato con estremo realismo. Hunger non è quasi per niente dialogato, scorre con lentezza, è un susseguirsi di sequenze crude e brute: nuda realtà.

Tuttavia non posso dire che non l’abbia apprezzato o che non sia apprezzabile. Privo quasi di interpretazione racconta tutto l’accaduto così com’è. Inoltre, l’unica lunga sequenza dialogata è bellissima: il dialogo tra Bobby e Padre Dom (Liam Cunningham) genera un picco di attenzione, ha toni ironici, cinici, ma anche sentimentali, di saggezza. Questa lunga scena è un capolavoro e se non ti va di vedere tutto il film, almeno segui la sequenza su Youtube.

Che dire, questa Irlanda stupisce davvero! Buona visione,

Bruna Athena