Buongiorno amici navigatori. Voglio fare un passettino avanti in questo viaggio nella scoperta della complessità, così oggi vi parlo delle connessioni. Se fai una banale ricerca su Google Trend, vedrai che se cerchi la parola “connessione” e/o “connessioni”, per una ricerca in Italia, potrai notare che sono ricercate stringhe di parole chiave come “connessione rete”, “connessioni internet”, “connessioni wi-fi” e così via. Qui non mi sto riferendo alle connessioni internet- che sempre e comunque veri collegamenti sono- ma delle connessioni in senso generale: legami di idee, concetti, persone, situazioni.
Le connessioni sono elementi chiave della complessità del mondo che ci circonda.
La complessità cresce
La complessità delle cose poggia principalmente sulla retroazione e sulle connessioni: per ora prendila come se fosse una verità piovuta dal cielo. Retroazione e connessioni fanno da base al concetto superiore per complessità al quale dobbiamo giungere: l‘organizzazione. Parlare di organizzazione, al momento, è prematuro, quindi ricomincio a prendere come esempio situazioni quotidiane che, chi più e chi meno, abbiamo un po’ tutti vissuto.
Crea connessioni per studiare
Alzi la mano chi, nella propria carriera scolastica, non s’è trovato costretto a scrivere un riassunto! Ce lo insegnano fin dalle elementari e, fatto a regola d’arte, un riassunto:
- presuppone che si abbia la capacità di individuare i punti fondamentali del testo o fatto da riassumere;
- presuppone che si abbia una buona capacità di sintesi;
- presuppone che si abbia una buona capacità di scrittura.
Concentra la tua attenzione sul primo e il secondo punto: analizzare un testo o un fatto accaduto, individuare ciò che è fondamentale ai fini della comprensione, quindi stendere una sintesi, sono una cosa semplice da fare? Per niente! Sono cose molto complesse. Per tale motivo, la stragrande maggioranza dei riassunti non serve a niente, è fatta male e viene meno alla principale funzione, la quale consiste nell’espressione sintetica di un fatto, allo scopo di farlo comprendere a chi legge o ascolta, nei suoi tratti essenziali. Tuttavia molto spesso i riassunti si fanno per imparare qualcosa. Esamino allora due situazioni differenti, in cui i soggetti che devono apprendere sono due studenti universitari. Il primo studente, per studiare, ha:
- sottolineato un libro;
- riletto quanto sottolineato;
- ricopiato quanto sottolineato sul quaderno;
- risottolineato sul quaderno (che sarà completamente sottolineato, dunque);
- ripetuto mille volte quanto ha riportato sul quaderno (parole non sue, poiché sono letteralmente citazioni tratte dal libro).
Lo studente che ha necessità di eseguire ben cinque passaggi per studiare è zelante, ma non è un esperto di organizzazione. Questo non significa che non potrà prendere 30- magari anche la lode- all’esame: troverà spesso il professore che si accontenterà di sentire la cantilena recitata a memoria.
Veniamo all’altro studente, il quale:
- ha sottolineato un libro;
- ha riportato su una mappa concettuale i concetti fondamentali;
- ha preparato un discorso connettendo assieme i concetti individuati.
Wow! Il secondo studente, in soli tre passaggi, è riuscito a raggiungere lo stesso obiettivo che il primo studente ha raggiunto in 5 fasi! Sbagliato, a dire il vero. Per l’esattezza, il primo studente non ha affatto raggiunto l’obiettivo: tempo qualche giorno e avrà dimenticato tutto quello che presumeva di aver imparato. Il secondo studente, invece, grazie alla connessione tra discipline, può completare il suo percorso aggiungendo, ai tre momenti dello studio, una quarta fase che fa la differenza. La mappa concettuale, che per definizione rappresenta concetti, ti aiuta a vedere nero su bianco quali connessioni legano assieme varie materie. Se, ad esempio, la mappa concettuale ha la finalità di sintetizzare un argomento di storia, le connessioni conducono facilmente alla letteratura, alla storia dell’arte, alla filosofia e, quasi certamente, anche alla scienza.
Le connessioni nelle mappe concettuali rendono di più
Lo studente che ha adottato la mappe concettuale ha reso di più: non ha semplicemente raggiunto l’obiettivo minimo (imparare l’argomento di storia), ma grazie alla mappa concettuale ha contemporaneamente ripetuto altre quattro materie. Il primo studente, con un riassunto fatto male, ha fatto più fatica e non ha realizzato il suo scopo; il secondo studente con molto meno sforzo ha raggiunto l’obiettivo ed è andato ben oltre le aspettative. Ho sempre preferito le mappe concettuali ai riassunti: la loro funzionalità te l’ho dimostrata. Sono una garanzia perché le connessioni ti permettono di verificare che tu abbia realmente appreso qualcosa. Puoi anche non scriverle, soprattutto se non hai tempo, ma di sicuro puoi farti una mappa concettuale puramente mentale e fare la prova del nove: tenta di scoprire le connessioni tra quanto hai da imparare e altre tematiche. I risultati della ricerca non possono che esser due: se hai trovato delle connessioni, allora hai lavorato bene; se non le hai trovate, allora ti consiglio di dare spazio alla fase di check prima di procedere alla fase di act: sarebbe un peccato perdere la lode!