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Grecia, mito, Nasa, Via Lattea
L’immagine astronomica più bella della settimana, per me, è proprio questa. Purtroppo, una volta effettuato il download, non puoi che vederla con le costellazioni segnate. Ti invito a visualizzarla direttamente dall’archivio NASA – nel momento in cui scrivo, il sito non è accessibile, per cui ti suggerisco di provare a ora cercando “astronomy picture of the day archive “ – per poterla ammirare pulita dalla grafica.
Questa immagine mi ha colpita subito: ritrae una località della Grecia in cui sorge un tempio dedicato al dio Poseidone, il dio del mare. In effetti, il tempio sorge quasi a picco sul mare, sulla sommità di un promontorio. Di notte è così illuminato da sembrare un faro. In cielo, si scorge la Via Lattea.
Nella foto ci sono le stelle, c’è il mare, c’è un tempio dedicato ad un dio greco: insomma, c’è quasi tutto quello verso cui ho sempre provato una grande attrattiva. Nel guardarla, penso a come poteva essere, più di 2000 anni fa, questo stesso panorama. Come poteva apparire questo posto promontorio, quel tempio e la quieta distesa del mare quando si era quasi nel buio profondo, quando poche fiaccole rischiaravano la notte ed erano solo la Luna e la Via Lattea a rischiarare la volta celeste. Cerco di provare la stessa sensazione che potevano provare gli uomini dell’antichità, ma è stupido: loro non potevano avere termini di paragone, io sì. Noi siamo abituati alle luci artificiali; per noi può essere emozionante in un modo diverso la visione, ma anche il pensiero, di un luogo dove la natura e il mito s’incontrano in una oscurità misteriosa, suggestiva. A me vien da pensare alla vita semplice e all’immortalità.
Mi piacerebbe essere lì nel buio più completo, dimenticare che esiste il resto del mondo e, soprattutto, che esista la tecnologia. Non l’mp3 e per un solo motivo: a suo tempo i Greci suonavano la cetra, il flauto ma portarmi dietro l’orchestra sarebbe complicato, tuttavia ho bisogno della musica. Sarebbe bello ammirare questo panorama notturno ascoltando un brano di Enya, Caribbean Blue, che mi piace da impazzire e che, oltre a far pensare al mare, a me fa pensare proprio all’antichità: al tempo degli dei e degli eroi.
Alla prossima!